mercoledì 9 settembre 2009

Lezioni di democrazia dal Manifesto

Vi propongo un'analisi di questo interesssante pensiero "democratico" espresso dal quotidiano comunista.
Infrarighe, ed alla fine del pezzo, quello che ne penso io.


La democrazia del Corsera
di Guglielmo Ragozzino


“Decidere se qualunque persona è adatta o inadatta a guidare il governo non è compito dei giornali: è compito degli elettori”. Così conclude, dopo vario ondeggiare, l’editoriale di ieri del Corriere della Sera. La memorabile sentenza, puro pensiero berlusconiano, (Mi chiedo e chiedo ai miei lettori, se non è il popolo a decidere in libere elezioni, chi dev'essere? E cosa centra il berlusconismo? Sarebbe stato meglio che a decidere fossero state le Brigate Rosse? L'estensore dell'articolo lancia il suo j'accuse e nasconde la mano. NdB)  è ripetuta anche in grandi caratteri, fuori del testo. All’editorialista che si è prestato, Ernesto Galli Della Loggia, è lasciata l’opportunità di aggiungere una frasetta di derisione: «Anche se la loro decisione (degli elettori) può non piacere». Dispiace che il Corriere della Sera si schieri a tal punto con il governo. La stampa, l’opposizione (i «cani da guardia») sono indispensabili quando il potere è tanto forte. Avremmo bisogno di tutti: i valenti giornalisti, la capacità di analisi, la memoria del passato che un grande giornale come quello ha dentro di sé. E’ giusto dire che l’attacco al premier si può fare in caso in cui violi la legge, mentre disapprovare un atteggiamento "libertino" è tutt’altro. Solo che, nel caso nostro, il comportamento privato del premier riverbera nella selezione della classe dirigente e dunque è di pubblico interesse. Solo che un presidente del consiglio che delinque può essere messo sotto accusa altrove, quasi in ogni paese del mondo: non da noi, non qui in Italia. Questo lo sanno bene anche al Corriere, oppure si sono scordati della legge Alfano, quella che libera il presidente del consiglio da ogni noioso tribunale? E come potrebbe sopportare altri fastidi giudiziari uno come lui, dotato di un «temperamento leggero e insieme pugnacissimo; e poi ottimista, sicuro e innamorato di sé», come scrive con competente ossequio Galli Della Loggia? Nel nostro piccolo - piccolo manifesto, povere idee, un po’ di coraggio - siamo convinti che il potere debba sempre essere preso di mira; non una volta ogni quattro o cinque anni, al momento del voto. Il voto è di tutti i tipi. E’ strano il voto. A distanza di mesi, giusto trent’anni fa nella Germania dell’est la popolazione ha votato per il 99% a favore e con una maggioranza simile contro il regime di Pankow e della Stasi, prima e dopo la caduta del muro. Caduta che fu un episodio di democrazia, non però parlamentare. Alle, elezioni vince Karzai, vince Ahmadinejad, vince 62 a 0 il Polo di Forza italia in Sicilia. Ma non siamo troppo delusi per questi risultati,non rinunciamo per questo alla democrazia; abbiamo imparato però da Amartya Sen che la democrazia non è solo voto, ma anche pubblica discussione, consenso, dissenso. E quindi giornali, giornali di opposizione. C’è infine un altro aspetto che forse susciterà un risolino di compatimento, al Corriere. La politica non è solo lotta per il potere, ma anche organizzazione della resistenza. Non ci si organizza solo per andare al governo, ma anche per andare all’opposizione, in modo concreto e vigile, con la capacità di raccogliere chi non ci sta, di proporre soluzioni alle persone in difficoltà, quelle che hanno solo doveri e nessun diritto, quelle che vogliono venire e andare, amare e studiare, crescere i figli, leggere, a piacimento e perfino morire, senza che nessuno debba dire loro come farlo o punirle perché le loro scelte sono diverse da quelle del potere. Papi ha vinto le elezioni: non per questo ha ragione su tutto; anzi molto spesso ha torto. E non saranno i deputati e i senatori di maggioranza a dargli la ragione a forza. Questa è la nostra democrazia.
Fonte: Il Manifesto del 8 settembre 2009, pag. 1
Mi permetto di consigliare al "compagno Ragozzino" la lettura del libro Falce e carrello (di cui troverà notizie qui) e spiegarci se tutto quello che vi è scritto viene attuato dai suoi compagni della Lega Coop e da quelli del PD.
Ci faccia su un bell'articolo "democratico" col quale spiegarci se quanto ha scritto l'industriale Caprotti e una berlusconeide, oppure la triste realtà di questa povera Italia che ha subito e subisce, da oltre sessantanni , lo scempio di questi pOLITICI di sinistra, sempre in carriera ed immarcescibili.
E' una triste realtà comprovata da quanto afferma il Presidente emerito Cossisa nell'intervista del Il Tempo di ieri, 8 settembre,  che trovate qui, e di cui riporto solo due risposte:
Rischia anche il Pd dalle inchieste pugliesi?

«Lo sa quanti anni ho io?».

A memoria non ricordo.

«Ne ho 81. Prima che veda la sinistra finire male per effetto della magistratura dovrò arrivare a 100. Forse a 110».

Anche quest’indagine verrà insabbiata?

«No, andranno avanti. Ma poi giocheranno con le prescrizioni e finirà tutto. D’altro canto fecero così anche con Mani pulite. Si dissero: mica possiamo fare la guerra con tutti. E salvarono il Pci».