sabato 13 giugno 2009

Vattimo con i liberali dice: "spero non mi rompano le palle"

L'ex pubblico ministero Di Pietro ha fatto eleggere al Parlamento europeo, oltre al suo collega De Magistris, anche il "migrante" Gianni Vattimo, sempre pronto a cambiare partito pur di avere una poltrona ben retribuita.
Che c'azzecca Gianni Vattimo con i liberali al Parlamento europeo? Il filosofo del "pensiero debole" è uno dei sette deputati che Antonio Di Pietro ha inviato a Strasburgo, dove l'Idv siede in mezzo agli apologeti di Adam Smith, John Stuart Mill e Milton Friedman. "Io resto comunista!", aveva detto Vattimo a marzo, annunciando che sarebbe salito sul taxi dipietrista per tornare a Strasburgo: il completamento di una carriera politica di cattolico omosessuale, iniziata nel Partito radicale, nei Ds, nell'Ulivo, nei Comunisti italiani, prima di approdare tra i giustizialisti di Di Pietro. "Spero che siano abbastanza liberali da non rompermi le palle", dice al Foglio Vattimo, confermando il suo ingresso "molto alla leggera" nei liberali europei. Ma come la mettiamo con la filosofia? Nel 2004 si inventò un "Marx indebolito" per giustificare il passaggio dai Ds ai comunisti, gli unici disposti a offrirgli un posto in lista. Oggi come allora il pensiero filosofico evolve: "La mia è una vera posizione liberale", spiega Vattimo. "La società non può essere ridotta ad armonia" in modo artificiale come vorrebbe il marxismo: la società "è una continua serie di conflitti" e, come dicono i liberali, l`armonia sta "nella soluzione dei conflitti". Detto questo, "la visione marxiana della storia, se togli l`assolutismo dello scientismo, è un progetto di emancipazione ancora valido". Di Pietro non ha mai azzeccato le candidature all'Europarlamento. Nel 2004 si fece accompagnare nei liberali da Giulietta Chiesa, che poi preferì migrare tra i vecchi compagni dell'internazionale socialista.
Nel 2009 doveva schierare "solo persone competenti e che parlano le lingue", aveva annunciato Di Pietro in marzo.
Filosofo del pensiero debole a parte, l'unico degli eletti che ha una solida esperienza europea è Niccolò Rinaldi, ex segretario generale aggiunto del gruppo liberale a Strasburgo. Un "signor nessuno" senza "pacchetti di tessere né voti", che ha accolto "un invito inaspettato", come lo stesso Rinaldi spiega sul suo sito Internet. Salvo lasciar intendere, in un convegno di radicali a Bruxelles a maggio, che sarà la quinta colonna di Marco Pannella a Strasburgo: "Sarò fiero di aiutare tutte le battaglie radicali, che al Parlamento europeo devono continuare a trovare voce". L'ex magistrato Luigi De Magistris, invece, non soltanto si confronterà con Clemente Mastella, ma dovrà interrogarsi sul suo compagno di banco Pino Arlacchi, finito sotto inchiesta all'Onu, di cui era vicesegretario generale, per aver tentato - tra l'altro - di finanziare il giro del mondo di un amico velista con la scusa di promuovere la lotta alla droga.
Vattimo, De Magistris e Arlacchi rischiano pure di dare il loro voto ai candidati del Cav. alla presidenza della Commissione e dell`Europarlamento. Graham Watson, il presidente dei liberali europei, ha confermato che il suo gruppo "sosterrà" la conferma di José Manuel Barroso alla testa dell'esecutivo comunitario, come chiesto dall'Italia, e ha proposto al Partito popolare europeo, grande vincitore delle elezioni, "un'alleanza ideologica" per formare una "maggioranza politica" nella prossima legislatura. Le chance del ciellino Mario Mauro di diventare presidente del Parlamento, in calo dopo che il Pdl ha mancato l'obiettivo di diventare la prima delegazione nazionale nel Ppe, possono essere rilanciate attraverso un ticket con Watson per guidare l'Assemblea di Strasburgo. Forse i dipietristi saranno pure costretti a sostenere Roberto Formigoni. Ieri, il presidente della regione Lombardia ha incontrato il Cav. a Palazzo Grazioli. Dopo il successo alle europee, la Lega nord rivendica la guida di alcune regioni del nord e, viste le storiche ambizioni di Formigoni di ricoprire l'incarico di commissario europeo, la Lombardia più del Veneto potrebbe aiutare la quadratura del cerchio del Cav.
• da Il Foglio del 11 giugno 2009, pag. 3